Cosa succede alla morte del titolare di una cassetta di sicurezza? Quali sono i passaggi che gli eredi devono seguire per la successione? È opportuno affidarsi all’esperienza del notaio per procedere in modo corretto e non incorrere in sanzioni.

La morte di un congiunto reca con sé non solo dolore ma, purtroppo, anche tante incombenze burocratiche. Una di queste è relativa alla pratica della successione a cui si collega la verifica dei beni, tra i quali rientrano quelli eventualmente contenuti in una cassetta di sicurezza in banca.

Nel caso in cui il defunto sia titolare di una cassetta di sicurezza gli eredi devono dichiararne il contenuto nella dichiarazione di successione, per la determinazione dell’asse ereditario e per il pagamento delle imposte.

L’apertura della cassetta non è una semplice formalità, al contrario deve essere effettuata tramite un’apposita procedura, come espressamente indicato nel Testo Unico delle disposizioni concernenti l’imposta sulle successioni e donazioni (d.lgs. 346/1990).

La cassetta di sicurezza può essere aperta solo in presenza di un funzionario dell’Amministrazione finanziaria o di un Notaio, a cui spetta il compito di compilare l’inventario del contenuto. Dal momento dell’apertura, gli oggetti e i valori rinvenuti rientrano nel patrimonio ereditario e sono soggetti a imposta di successione. In ragione di ciò, il verbale di apertura rientra tra i documenti della pratica di successione.

Può succedere che, tra gli oggetti contenuti, alcuni possano essere soggetti a perizia da parte di esperti per quantificarne il valore, come ad esempio nel caso di gioielli o di opere d’arte. Il perito, che potrà essere incaricato dal notaio piuttosto che dagli eredi, calcolerà il valore del contenuto in base ai prezzi di mercato.

Anche la titolarità della cassetta richiede ulteriore attenzione. In presenza di un solo intestatario, gli aventi diritto sono gli eredi (legittimi o testamentari) ed eventuali legatari. Nel caso di altri intestatari oltre al defunto, gli aventi diritto sono sia i già citati eredi e/o legatari sia i cointestatari ancora in vita.

È opportuno fare molta attenzione alle norme che regolano l’apertura delle cassette di sicurezza, in quanto anche in presenza di cointestatari, oppure di persone delegate all’apertura, non è possibile derogare alle norme previste dalla legge, decadendo con la morte di uno dei titolari la possibilità di uso disgiunto.

Gli istituti bancari, in base all’art.1840, 2° comma, del Codice civile, al verificarsi della morte dell’intestatario o di uno dei cointestatari di una cassetta di sicurezza, non possono dar seguito all’apertura della stessa senza l’accordo di tutti gli aventi diritto o, in particolari casi, secondo le modalità stabilite dall’autorità giudiziaria. Autorità che interviene, ad esempio, in caso di disaccordo tra gli eredi o di irreperibilità degli stessi.

Una cassetta, quindi, non può essere aperta se l’intestatario, o uno dei cointestatari, è venuto a mancare e il mancato rispetto di questa norma comporta sanzioni penali. Gli istituti bancari richiedono una dichiarazione firmata, come da Testo unico delle disposizioni in materia di imposta sulle successioni e donazioni (d.lgs. 346/90, art. 48, comma 6): “Le cassette di sicurezza non possono essere aperte dai concessionari, prima che gli stessi abbiano apposto la loro firma, con l’indicazione della data e dell’ora dell’apertura, su apposito registro tenuto dai concedenti in forma cronologica e senza fogli o spazi bianchi e abbiano dichiarato per iscritto sul registro stesso che le eventuali altre persone aventi facoltà di aprirle sono tuttora in vita”. In caso di falsa dichiarazione, si incorre in sanzioni pecuniarie e penali, come previsto dall’art. 495 del Codice penale.

In una pratica di successione, anche l’apertura di una cassetta di sicurezza, attività apparentemente semplice, è normata in modo rigoroso. Per questo motivo è molto importante affidarsi ad un professionista del settore. Il nostro studio, con una solida esperienza in materia, è a disposizione di coloro che fossero interessati per una consulenza personalizzata.