mutuo non pagato

Passano da 7 a 18 le rate non pagate che faranno scattare la morosità per consentire alla banca di mettere in vendita la casa.

Lo ha deciso lo scorso 20 aprile il Consiglio dei ministri che ha dato il via libera definitivo al decreto legislativo che attua la direttiva europea sui “contratti di credito ai consumatori relativi a beni immobili residenziali”, il cosiddetto decreto mutui.

La banca potra’ pignorare la casa dopo 18 rate non pagate di mutuo, anche non consecutive, e senza passare dall’asta giudiziaria. Questa possibilita’ non potra’ pero’ essere retroattiva, la nuova normativa infatti non verrà applicata ai contratti già in essere, neanche in caso di surroga.

Prevista anche piu’ protezione per i consumatori, vengono infatti individuati i “canoni di comportamento per i finanziatori e gli intermediari del credito che offrono contratti di credito ai consumatori.

La direttiva infatti impone l’obbligo di fornire al consumatore informazioni precontrattuali dettagliate, tramite un Prospetto Informativo Europeo Standardizzato (PIES). Per garantire un elevato livello di protezione dei consumatori che sottoscrivono contratti di credito relativi a beni immobili sono necessarie informazioni dettagliate anche sul calcolo del tasso annuo effettivo globale.

Nella stipula del contratto le parti possono convenire, attraverso clausola espressa, che in caso di inadempimento del consumatore la restituzione o il trasferimento del bene dato a garanzia, o dei proventi della vendita del bene stesso, comportino l’estinzione dell’intero debito anche se il valore del bene immobile restituito (o i proventi) sia inferiore al debito residuo. Qualora il valore dell’immobile o i proventi dalla vendita siano invece superiori al debito residuo, il consumatore ha diritto all’eccedenza.

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asta

Il Senato ha approvato recentemente il decreto legge “Salva Banche”, il provvedimento che stabilisce che l’imposta di registro, ipotecaria e catastale, per chi acquista l’immobile nelle vendite giudiziare, non sia più determinata con un’aliquota del 9% (come è attualmente) bensì nella misura fissa di €200.  

Una valida modalità alternativa per l’acquisto della prima casa a condizioni vantaggiose e comunque con le garanzie necessarie. Oltre alla decurtazione del prezzo dell’immobile dovuta, già di per sé, alla presenza di una procedura esecutiva (che, come noto, attraverso i ripetuti ribassi, consente un abbattimento dell’importo da pagare rispetto al valore di mercato del bene), ora lo Stato rinuncia alle imposte di registro, ipotecarie e catastali, fissate per 9% del valore della casa. Al loro posto si dovrà pagare solo un’imposta fissa di 200 euro.

Può godere dell’agevolazione il privato che acquista un bene all’asta giudiziaria entro e non oltre il 31 dicembre 2016, senza l’obbligo di rivendere l’immobile entro due anni. Questo  limite viene invece imposto se ad acquistare l’immobile è un’impresa (come già previsto dalla legge).

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mutuo 100

Il mutuo 100 prima casa permette di finanziare il 100% del valore dell’immobile. Presenta però delle controindicazioni: tasso di interesse e spread più elevati.

E’ richiesto da chi non ha la possibilità di anticipare una grossa somma di denaro per l’acquisto della prima casa. 

I mutui ipotecari tradizionali coprono di solito l’80% del valore dell’immobile da acquistare ma questi coprono l’intero valore.
Per la banca lo sforzo finanziario è maggiore quindi spesso richiede delle garanzie aggiuntive  come ad esempio una fidejussione cioè un ulteriore contratto giuridico  con il quale un soggetto garantisce il subentro nel rimborso del debito di un altra persone quando questa non riuscisse a farlo.

Questi tipi di mutuo normarlmente sono riservati ad una clientela giovane, per il fatto che spesso possono avere difficoltà a mettere da parte l’anticipo necessario per acquistare casa con un mutuo ipotecario all’80%.